Quando qualcuno dentro l’auto che correva a ottanta all’ora ha gridato: LE OLIVE ALL’ASCOLANA per poco non stavo per provare l’Airbag sulla mia faccia. Ma certo, le olive all’ascolana! E dire che siamo anche da queste parti, ma anche se non lo fossimo… insomma, le Olive all’ascolana sono internazionali ormai.
Ed infatti, quando apro il computer trovo un significativo commento di Marco che ci ricorda proprio le Olive all’ascolana ed il prosciutto di Carpegna. Per la gioia di Martina:
– certo, esageriamo con la Carne!!
Ma è inevitabile: qui la carne è la vita delle persone, maiali e cinghiali hanno avuto un ruolo determinante per lo sviluppo della società, e, per quanto mi ripugni, una pista fatta a regola d’arte resta uno degli episodi di costume più significativi della regione.
Tuttavia, come mi ricorda la mia figlia sapientona, la società evolve e non è detto che ammirare il passato significhi imitarlo:
– io non ce l’ho con nonno che mangiava maiale tre volte al giorno (pancetta o guanciola al mattino; prosciutto a pranzo; la griglia la sera, ndr), ma ce l’avrei come me stessa se lo facessi oggi.
E quindi, veniamo incontro alla Signorina Ortaggio, cone l’ho ribattezzata.
Un gran prodotto della natura che merita la Top 10: l’Olio, naturalmente. L’Olio marchigiano che non è quello umbro come le colline marchigiane non sono quelle toscane. Ma non significa sia migliore, o peggiore: è diverso … Merita senza dubbio, gli ulivi sono sempre più parte del paesaggio e i contadini continuano a rifornire il frantoio in cambio di una parte del prodotto. Nel frattempo, molti di quelli che fanno il vino si specializzano in olii d’autore, e il risultato non sembra niente male. Sì, l’Olio è da Top 10.
E non è fatto di carne…
– Anche la pasta, quella di Campofalone
– Campofilone
– Eh, quella lì
Ci penso su. Davvero ce ne sono troppi di prodotti meritevoli: come dice sempre mia figlia, “sembra che pensiate sempre a mangiare voi grandi”…
Martina tenta disperatamente di comporre una Top 10 senza prodotti a base di carne. L’impresa è impossibile ma ammiro la sua tenacia.
– E il fricchiò (trad.it.: la versione marchigiana della ratatuille, simile a quella che a Roma chiamano Cianfrotta)
– Il fricchiò non è un prodotto, è un piatto.
Naturalmente lo sa, Martina, avrete capito che non è stupida. Ma ha provato a barare un po’.
Insomma, dopo un po’ Martina cede. Mentre arriviamo ad Ascoli, la Top 10 include:
le olive all’ascolana
il tartufo di acqualagna
il prosciutto di Carpegna (che la vince pelo pelo sul ciauscolo, trovandomi non troppo d’accordo)
la Porchetta (dei fratelli Rosciné)
l’Olio (ce ne sono tantissimi tipi: la famiglia mostra di preferire quello del Piceno, ma non disdegnare la Raggia dell’anconetano e la Raggiola del Montefeltro. Il sottoscritto cita un produttore jesino di nome Giaccani che pratica simpatici innesti alla frutta e verdura)
il Rosso Conero (che l’ha spuntata sul Piceno e sul Verdicchio e sulla Vernaccia di Serrapetrona, considerata troppo leggerina)
la Pasta di Campofilone
il Formaggio di fossa (marchigiano? Romagnolo? Di Tutti, dico io, come i patrimoni dell’Unesco)
i Moscioli selvatici di Portonovo
lo stoccafisso
Si giocano la primissima piazza:
Le Olive all’Ascolana
i Moscioli Selvatici
il formaggio di Fossa
Saluti, Doctor Timo
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